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LA PARROCCHIA DI “NOSTRA SIGNORA DEL SACRO CUORE DI GESÙ”

Un certo frà Giusto, cappuccino oriundo di Savignano, era devotissimo a Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù e nel 1893 poté averne una bella immagine dono dell’arcivescovo di Bologna card. Francesco Battaglini.

Il padre cappuccino lasciò in custodia l’immagine a Domenico Corsini di Marano, poiché era sua intenzione costruire appositamente una chiesa. E mentre il religioso raccoglieva le firme e le offerte necessarie, la morte lo colse nel 1900. Grazie al parroco di Rocca Pitigliana, i Maranesi, che non badarono a difficoltà, sacrifici, e forti spese, cominciarono i lavori di costruzione nel 1906, e nel marzo dell’anno 1907 si erano già fabbricata con le loro mani una bellissima chiesa, che il 25 Marzo fu benedetta e aperta al culto. Dai documenti, infine, si apprende che il costo per la costruzione fu di L. 4191,05, la raccolta delle offerte arrivò a L. 3275,37. L’elenco dei donatori è composto da 269 persone che elargirono la loro offerta.

Il primitivo oratorio, posto a 200 metri dal borgo di Marano, in un altopiano rasente la strada che conduce a Santa Maria Villiana, fu interamente progettato dal capomastro Federico Chinni che ne diresse anche i lavori. Ma le dimensioni della costruzione (metri 18x8), stante la straordinaria affluenza di popolo, dovettero essere ripensate in vista di un necessario ampliamento.

          Una lapide, posta al fondo della chiesa, ricorda l’operosità di Pietro Masi e di coloro che completarono il primo ampliamento nel luglio del 1912. In tale occasione la chiesa venne allungata di 6 metri, e furono realizzate alcune camerette attigue al coro a disposizione dei sacerdoti officianti.

          Il 3 settembre 1938, il Card. G. B. Nasalli Rocca emanò il decreto ufficiale di erezione della Parrocchia di Marano (reso operante il 15 successivo), attribuendole un territorio tolto alle altre vicine parrocchie.

          La successiva attività di costruzione e ampliamento venne avviata durante il servizio di Don Antonio Poli (1939-1954). L’ultima opera di ampliamento, effettuata nei primi anni ’60 è consistita nella realizzazione delle cappelle laterali e del transetto. Con quest’ultimo intervento la chiesa viene completata e ampliata e portata alle attuali dimensioni

          Altre opere furono realizzate per l’abbellimento e arricchimento dell’interno. Nel 1955 l’immagine della Madonna è collocata nell’attuale posizione in alto al centro dell’abside. Sotto l’immagine è posta la memoria in cui si legge: Don Amedeo F. F (“fece fare”).  Negli anni 1961 – 1964 l’interno  viene completato con  la costruzione degli altari dedicati a Sant’Antonio di Padova, S. Teresa di Lisieux, S. Giuseppe e del Sacro Cuore di Gesù, grazie al generoso contributo di componenti della comunità parrocchiale. Nel 1969 viene sostituito l’altare originale, dove l’officiante dava le spalle ai fedeli, con l’attuale realizzato in marmo al centro del presbiterio e posto su di una pedana. Nel 1991 fu effettuata la sistemazione del tabernacolo al fondo dell’abside. Nella stessa occasione ci fu la sostituzione del pavimento del presbiterio e del transetto. Infine, in occasione della Visita pastorale dell’Arcivescovo Card. Giacomo Biffi (5 settembre 1993) è stata montata la vetrata policroma sopra l’entrata principale.

Negli anni 2000-2006 sono stati effettuati moltissimi lavori di consolidamento e di ristrutturazione del complesso parrocchiale di cui riporto i principali:

·      Ristrutturazione della canonica.

·      Realizzazione del nuovo impianto di riscaldamento nella canonica.

·      Sostituzione degli infissi.

·      Ampliamento del grande salone longitudinale adibito a riunioni e feste.

·      Completo rifacimento del tetto sia della chiesa che della canonica.

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IL CULTO DEL SACRO CUORE DI GESÙ

Il culto del Sacro Cuore di Gesù di cui si ha notizia fino al IX secolo, si diffonde a partire dalla seconda metà del XVII secolo, grazie a Margherita Maria Alacoque (1647-1690), suora visitandina del monastero di Paray-le-Monial che, nel giorno della festività di San Giovanni Evangelista, nel 1673, ha una visione in cui il cuore di Cristo le appare in “un trono in fiamme, raggiante come il sole e trasparente come il cristallo”. Queste esperienze mistiche si protraggono per due anni, ogni primo venerdì del mese, le immagini della religiosa medesima (canonizzata nel 1920), si diffondono grazie al padre spirituale del convento.

Spetta al gesuita bolognese Domenico Maria Saverio Calvi,il merito della commissione, nel periodo 1765-67, al pittore Lucchese Pompeo Batoni (1708-1787) di una serie di immagini che avranno un ruolo fondamentale nella diffusione della devozione.

Una curiosità: a partire dal 1914, su iniziativa di don Carlo Emanuele Meotti, arciprete di Gaggio Montano, durante le rogazioni viene portata in processione proprio un’immagine di Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù. Il che farebbe supporre una partecipazione attiva alla diffusione del culto di tale immagine, senza dire che lo stile del documento citato in precedenza presenta l’indiscutibile prosa del parroco di Gaggio.

UNA DESCRIZIONE SINTETICA DELL’ATTUALE COMPLESSO PARROCCHIALE

          “La Chiesa attualmente è caratterizzata da una bella facciata in pietra di Montovolo, da una navata centrale da cui si accede alle 8 cappelle laterali e da un’abside semicircolare; la zona dell’altare è coperta da una volta a vela non affrescata. In aderenza al corpo parrocchiale e a questo collegato dalla sagrestia, un fabbricato rivestito in pietra e dalle armoniche proporzioni funge da abitazione del parroco e ospita la sala per il catechismo. A quest’ultimo è stata addossata sul retro del complesso un’ampia sala longitudinale utilizzata per feste e riunioni parrocchiali.

          La chiesa risulta molto sobria, le lesene che spiccano lateralmente agli archi di accesso alle cappelle, sostengono una trabeazione semplicemente intonacata; solo alcune delle cappelle laterali hanno parti rivestite con lastre di marmo. La pavimentazione della navata centrale è in marmette di cemento con graniglia di marmo di media pezzatura, mentre la zona dell’altare è in lastre di marmo quadrate.”

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