Verzuno

Photogallery

Links

Home

 

 

 Storia della parrocchia di Verzuno

L’etimologia del nome Verzuno pare sia di origine celtica col il significato di : podestà nobile o forte, scudo, altezza e dominio.

Questo territorio di confine ha subito nei secoli l’influenza dell’esarcato bizantino di Ravenna e dei longobardi della Tuscia (Toscana).

Abbiamo notizie della sorte di Verzuno sin dal VIII sec. periodo al quale si fa risalire la fondazione della Pieve di San Giovanni Battista, attestata da un documento del vescovo di Pistoia dell’anno 973 ove essa è citata per la prima volta assieme alla chiesa plebana di san Pietro del Sambro.

Tra XII e XIII sec. fu feudo di un consorzio nobiliare detto dei “dominatores” che dominavano su Vigo Verzuno Savignano e Vimignano.

Nel corso di quei secoli la Pieve raggiunse la sua massima espansione e importanza in quanto estese la sua giurisdizione su almeno 14 chiese nelle valli del Setta e del Vezzano.

All’inizio del XIV sec. la temuta Signoria dei Panico si impadronì dei feudi di Vimignano, Vigo e Verzuno, proseguendo verso la rocca di Castelnovo il proprio percorso di conquista allorché per scacciarli si mossero da Bologna le truppe guelfe e il 12 gennaio 1307 i Panico soccombettero sotto le loro armi.

Dopo questi accadimenti le terre di Verzuno adottarono un tipo di governo comunale libero per circa due secoli fino al 1514 quando tornarono ad essere feudo avendo il Papa donatele alla famiglia Volta di Bologna.

In questo lasso di tempo, precisamente nel 1462 si ha notizia che il popolo, al quale spettava il giurispatronato della Chiesa, siccome questa era in rovina, lo cedette ai conti Bornino e Filippo De Bianchi che provvidero ad effettuare la ricostruzione della Chiesa utilizzando materiali provenienti dalla vecchia.

Pare che la ricostruzione avvenne più a valle rispetto alla precedente ubicazione vicino al monte Lujura, quindi fu scelta una posizione migliore che ricadeva proprio sui resti dell’antico castello che qui esisteva come già accennato in precedenza, nel XII sec. così ci tramanda il Ruggeri : “Quivi scavando il terreno, trovansi ad ogni tratto reliquie di mura  e stanze sotterranee; che si conoscono appartenere all’antico castello; come pure vi appartennero la casa canonicale, benché in gran parte rifatta ristaurata …”

Quindi i discendenti dei De Bianchi fecero erigere il campanile nel 1492, come si rileva da una lapidetta murata sotto la bifora,  che conserva bifore e conci di arenaria scolpiti inseriti nei muri, della precedente costruzione romanica dell’antica chiesa.

Nella lapidetta sul campanile è inciso il seguente messaggio : “hoc opus fecerunt fieri dominus Pandolfus et dominus Lodovicus De Blanchis 1492 ” .

Per concludere il Ruggeri scrive ancora che sulla fine del XVI  sec. :”… Verzuno con Vigo e Savignano si sottomisero al Reggimento de’ bolognesi che ne fece tre Massarie di contado, e tali le mantenne sino al 1796 . A quest’epoca finalmente, che tutto cambiò di forma e di governo, Verzuno fu aggregato alla comune di Camugnano …” come lo è attualmente.

La chiesa  è stata restaurata in epoca recente (1926-1936), integrando nelle pareti esterne  frammenti scultorei medioevali  e recentemente sono state restaurate le decorazioni pittoriche interne ed in particolare l’affresco della Madonna con Bambino.

Per quanto riguarda l’edificio della canonica come si può notare da un’analisi visiva della struttura, il fabbricato è costituito da due parti : una risalente al XII - XIII sec. potrebbe essere l’avanzo di una torre dell’antico castello medievale di cui sopra, l’altra invece sarebbe risalente all’inizio del XX sec.

Il nucleo originario è evidenziato da una trama muraria a conci regolari, dalla presenza di feritoie e di mensole in pietra ed internamente coincide con un locale seminterrato con volta, mentre la capriata dell’ultimo piano, ora non più strutturale, evidenzia l’originario coperto a due acque.  L’ampliamento, databile probabilmente al 1908 come  si legge 1908 dall’incisione sopra la porta d’ingresso, è realizzato con gli stessi materiali del nucleo originario, pietra arenaria ed il legno, ma la trama muraria non è più così regolare e i paramenti sono stuccati “alla cappuccina”.

Probabilmente al momento dell’ampliamento furono modificati anche i prospetti originari inserendo le aperture con mostre in pietra.

Nell’ampliamento è situata la scala di distribuzione ai piani, realizzata in legno del tipo “scala mugnaia”, difficilmente accessibile per le alzate ripide e le pedate strette.

Prima di tali lavori di ampliamento, alla torre era addossata una torretta a pianta circolare racchiudente una scala a chiocciola, che si può vedere raffigurata nell’incisione pubblicata in “Le Chiese Parrocchiali della Diocesi di Bologna”, III , Bologna 1849, n°30 .

In ultimo fu aggiunta, per motivi funzionali, la superfetazione che si trova contro il prospetto sud-ovest in cui è stato realizzato l’unico servizio igienico dell’edificio.

Gli edifici della canonica e della Chiesa appartengono al Borgo di Verzuno, complesso edilizio composto dalla Pieve di S. Giovanni Battista ricostruita alla fine del XV sec., dal vecchio cimitero, dalla canonica e dall’edificio del fondo con i suoi edifici di servizio (abitazione del mezzadro, stalla, fienile ecc.).

La facciata si presenta a capanna riproponendo esternamente la tipologia a navata unica interna.

E’ suddivisa in tre parti tramite lesene lisce leggermente affioranti dalla parete di fondo

in opus quadratum costituito da blocchi di arenaria e lateralmente è contenuta da due lesene più massicce.

Il settore centrale è occupato dal portale d’ingresso strombato la cui cornice è impostata su lesene che sostengono un arco a tutto sesto caratterizzato da conci alternati in arenaria e cotto velato da tinta rossa.

Sopra al portale troviamo il rosone, sempre caratterizzato dalla cornice a conci alternati.

Nei settori laterali compaiono due semplici monofore a tutto sesto aventi in sommità mostre in cotto e alla base un piccolo davanzale.

La facciata culmina con due giri di cornici, la più interna, è composta da 10 archetti pensili la cui forma è sottolineata ancora con cornici in cotto e peducci in arenaria, disposti secondo la pendenza della copertura; infine la cornice sommitale è costituita da una serie di modanature sovrapposte.

La volumetria è molto semplice, la chiesa è composta da una sola navata alla quale sul lato nord sono addossati tre semplici volumi con copertura a padiglione, due dei quali sono cappelle e uno, quello più ad est, contiene un ingresso laterale alla chiesa, questi volumi sono collegati da elementi più bassi di raccordo.

Sul lato sud si trovano tre cappelle sempre raccordate da elementi più bassi, e i due volumi più ad est contengono la sagrestia e il locale di accesso al campanile.

Internamente la copertura della navata è a capriate lignee dipinte mentre quella delle cappelle laterali è a volta a botte dipinta.

Nel presbiterio è conservato un altare preconciliare dietro al quale si trova il coro, questi due spazi sono coperti con volta a padiglione dipinta così come le pareti.

Sulla parete sud della navata verso il presbiterio si trova un affresco rappresentante Madonna con Bambino e San Pancrazio, un’altra figura , forse doveva completare simmetricamente a sinistra il dipinto commissionato  ad ignoto artista  nel 1514, nel cartiglio ai piedi della Vergine si legge forse il committente :” BENEDETO DA ANTONIO / CORSINO DA V(er)ZVNO F(ece) F(are) / 1514 ” .

Il campanile è impostato sulla zona absidale della chiesa.

I capitelli e le basi delle bifore che lo decorano, sono sicuramente protoromanici, così come il famoso “Concio di Verzuno”, una formella in arenaria dov’è scolpito un uomo che sorregge un corno con una mano e una lancia con l’altra, la cui datazione è molto dibattuta ma sicuramente appartenente all’alto medioevo.

Il concio si trova murato nella struttura così come gli altri conci di arenaria scolpiti inseriti nella muratura.

Internamente il campanile ha alcuni locali affrescati e copertura voltata in mattoni.

L’edificio della canonica ha una struttura regolare con copertura a padiglione in coppi di cotto. La muratura è differenziata da due tipologie di trama: una conci regolari con giunti molto sottili corrispondente al nucleo originario l’altra in pietra stuccata “alla cappuccina” per omogeneizzare l’irregolarità dei conci delimitati da cantonali grandi e squadrati. Sui prospetti oltre alle finestre con cornici in pietra si leggono le cornici di quattro  feritoie tamponate. L’edificio ha un unico ingresso da cui si scende in un locale con volta in mattoni, che corrisponde al nucleo della torre medievale, illuminato da tre feritoie e collegato al vano adiacente con due aperture ad arco a sesto acuto in conci di arenaria (l’accesso originario). Nel locale d’accesso destinato a cucina è presente un camino di recente costruzione, da qui si accede alla superfetazione adibita a bagno e alla scala in legno del tipo “scala mugnaia”, difficilmente accessibile per le alzate ripide e le pedate strette, che distribuisce ai piani superiori destinati a camere. I locali del piano terra hanno pavimentazione in lastre di arenaria, i solai

Torna su